18 Set Primo Chakra
Oli essenziali e massaggi
Nel mio articolo di presentazione vi ho anticipato che avremo parlato dei chakra in modo dettagliato e degli oli che entrano in risonanza con essi; eccoci, quindi, alla ricerca del primo chakra, Muladhara, quello più semplice da trovare.
Vi immagino seduti mentre state leggendo: ecco, ci siete praticamente sopra (potessi mettere un’ emoticon, metterei quella dell’occhiolino).
Prima di cominciare a parlarvi di Muladhara, vi invito a tenere presente la collocazione dei chakra : il primo è sul coccige, il secondo sotto l’ombelico, il terzo a livello dello stomaco, il quarto nella zona del cuore, il quinto nella gola, il sesto fra le sopracciglia, il settimo sulla sommità della testa. L’ottavo (il meno conosciuto) si colloca fra il cuore e la gola. Fra gli otto chakra c’è uno stretto rapporto: l’energia attraversa un singolo chakra, da cui viene assimilata e trasformata e quindi passa al successivo arricchita: è quindi necessario che ognuno di questi centri nevralgici sia attivo singolarmente e allo stesso tempo lavori in collaborazione armonica con gli altri.
Bene, detto questo prendiamo finalmente in considerazione Muladhara che significa “radice”, “sostegno”. E’ situato, a livello fisico, fra l’ano e i genitali, nella zona del perineo, alla base della colonna vertebrale. Questa particolare posizione rappresenta il diritto di esistere sulla terra e di avere quanto necessario utile alla sopravvivenza e alla propria evoluzione fisica e psicologica. Non a caso è il primo chakra che si forma nei bambini: è il chakra della tribù legato quindi alla sopravvivenza e alla famiglia che si prende cura del neonato. Dal punto di vista fisico, il suo ambito di lavoro comprende gli arti inferiori, le ossa, l’intestino crasso, mentre ad un livello più emotivo e psicologico ha a che fare con la stabilità (se ne avete la possibilità provate ad alzarvi un attimo e a concentravi sul sostegno dei piedi e sulla stabilità delle vostre gambe), il legame con la terra e con la propria famiglia, con la sicurezza e l’ autoconservazione. La sua mancanza di energia procura eccessiva rigidità, insicurezza, paura ma anche disturbi fisici come disturbi al nervo sciatico, dolore alla schiena, vene varicose, oscillazioni della pressione sanguigna.
Quali sono gli oli che entrano in risonanza con Muladhara? Comincerei con l’olio di lavanda massaggiato con un olio vettore (il mio preferito è l’olio di mandorle, ma potete utilizzare quello di cocco o semplice olio di oliva) sotto i piedi del neonato: non solo le proprietà calmanti della lavanda aiuteranno il bambino a rilassarsi, ma andremo ad agire sulla stimolazione dell’unico chakra in formazione, potenziandone sicurezza e stabilità. Gli oli che preferisco per lavorare su Muladhara sono oli derivanti dagli alberi: a livello fisico il cipresso e il ginepro (ottimi per chi ha problemi di varici, emorroidi, dolori reumatici e articolari), mentre a livello più spirituale, emotivo e psicologico, il cedro favorisce il radicamento a terra: se inalato induce alle stesse qualità di questo albero così maestoso, pieno di forza e vigore. C’è poi l’olio di Patchouli che evoca sensazioni di calore e sicurezza (come se fossimo “rintanati” sotto terra), e c’è lo zenzero che aiuta, invece, a tenere duro, eliminando l’apatia e l’indecisione.
Ma quali sono i metodi più semplici ed efficaci per utilizzare gli oli: per inalazione (magari durante una meditazione) o attraverso il massaggio con un olio veicolante. Il massaggio può avvenire direttamente sulla zona del coccige,a diretto contatto con Muladhara, oppure sugli arti inferiori a partire dai piedi.